In Giappone da qualche tempo si aggira un’Ambasciatrice del Sardolicesimo. Come cosa è? E’ la “religione” degli amanti della Sardegna! E lei non solo la ama, ma la esporta! Sapete come? Insegando l’arte secolare culinaria a importanti chef giapponesi o a persone comuni interessate nell’arte del buon mangiare. Claudia, mamma di un bellissimo bimbo di due anni, food designer, consulente e insegnante di cucina sarda, sassarese DOC con grande passione per la cucina, da Tokyo ci manda una ricetta perfetta per le feste di Carnevale che sono alle porte. Ma secondo noi va bene per qualsiasi periodo dell’anno!
Potete trovare le sue creazioni di pasta fresca e non solo nella sua pagina FB Sardegna Cooking Studio.
Sicuramente questi e altri dolci sono legati indissolubilmente alla mia città di origine, Sassari, dove sono nata e cresciuta.
Ricordo come se fosse ieri il profumo inebriante delle frittelle di nonna, quelle lunghe tipiche della mia città che si fanno con l’imbuto, “li frisgiori longhi”. Le trovavo pronte all’uscita dall’asilo e mi imbrattavo felice la faccia di zucchero.
La bellezza dei dolci sardi in generale ha contribuito sicuramente a determinare la mia carriera come pubblicitaria per tanti anni e ora come food designer.
Ecco a voi gli “acciuleddi”, dolci fritti di carnevale tipici del Sassarese. In altre zone della Sardegna cambiano nome e vengono spesso confusi con le “orillettas”, che sono fatte con la stessa identica pasta ma sono delle fettucce sottili poi ripiegate a losanga.
Io li faccio a “s’antiga” , cioè senza uova nell’impasto.
Il livello è molto facile quindi non avete scuse per non provare questa deliziosa ricetta.
Acciuleddi di Claudia
Ingredienti
- 500 g di farina (250 di farina 00 e 250 g di semola di grano duro)
- 100 g strutto (oppure burro)
- Un pizzico di sale
- Acqua calda quanto basta
Procedimento:
In una grossa ciotola setacciare la farina, aggiungere il sale e versare a poco a poco acqua calda quanto basta per compattare.
Aggiungere lo strutto a temperatura ambiente e lavorare molto bene, finché l’impasto non diventa liscio e compatto.
Fare riposare al fresco almeno un’ora.
Tagliare dei pezzetti di pasta e allungarli molto sottili a cordoncini di circa 40/50 cm, spessi circa 5 mm.
Unire le estremità ed attorcigliare con delicatezza, ottenendo come un cordoncino. Ricongiungere le estremità del cordoncino, che si attorciglierà su se stesso ottenendo una catenella.
Friggere in olio caldo fino a leggera doratura, scolare bene.
Raccogliere tutti gli acciuleddi in una ciotola e irrorare con uno sciroppo caldo di miele e scorza d’arancia grattugiata, che si può aromatizzare a piacere con liquore.
Claudia, Giappone.
Uno dei sapori della mia infanzia… Mia nonna li faceva sempre!! Solo che li chiamava origliette!! 🙂